Educare a pensare: la lezione di Alberto Manzi
La città di Modena, da novembre 2012 a gennaio 2013, ha dedicato una mostra al Maestro Alberto Manzi, volta in particolare a evidenziare il suo ruolo nell’educazione scientifica.
La carriera del maestro Manzi inizia nel carcere minorile Gabelli di Roma, dove insegnò per alcuni anni a classi numerose di alunni dei quali dovette conquistare fiducia e credibilità come insegnante e trovare dispositivi adatti ad aprire la comunicazione con loro. Il risultato fu la stesura di “Grogh, la storia di un castoro”, un lavoro di gruppo elaborato dai ragazzi e da loro pubblicato nel periodico mensile “La tradotta”, stampato all’interno del carcere; qualche anno dopo (1950) Manzi vinse il premio Collodi con la rielaborazione di questi lavori trasformandoli in un romanzo. Nel 1954 ritorna al lavoro di maestro nella scuola Fratelli Bandiera a Roma, la sua classe era un vero laboratorio: Manzi ha fatto dell’educazione scientifica il punto centrale della sua didattica, il linguaggio e il metodo scientifico divennero il suo stile educativo.
Manzi, inoltre, è stato maestro in televisione (con la trasmissione molto conosciuta: Non è mai troppo tardi) e in radio, sceneggiatore e regista e, ancora, maestro in sud America tra indios e campesinos analfabeti e, negli anni successivi, ancora maestro televisivo di italiano per stranieri.
Fu anche scrittore di grande successo di libri per bambini e per ragazzi, oltre che traduttore e divulgatore scientifico.
Recensione con testo e immagini a cura di Sandra Degli Esposti Elisi