La Sala della Storia: le radici per volare

Senza titolo (1)L’attenzione e la sensibilità verso i temi della salvaguardia e della tutela dei beni culturali dipendono strettamente dalla soglia e dalla qualità della conoscenza storica dell’intera società e, quindi, dall’efficienza delle istituzioni e dalla professionalità delle persone deputate all’aggiornamento e alla divulgazione di tale conoscenza.

L’essenzialità del raccordo università scuola e territorio è il perno sul quale basare la formazione del futuro insegnante che dovrà padroneggiare le competenze disciplinari specifiche, le metodologie della ricerca e saper coniugare queste capacità nella pratica didattica.

Per una formazione di qualità è necessario un dialogo condiviso, attivo, partecipato tra i livelli istituzionali e territoriali e che rifletta congiuntamente sui percorsi formativi tra diffusione dei saperi e competenze operative. Se da un lato l’università svolge un ruolo fondamentale nella costruzione di un continuum formativo tra la preparazione iniziale degli insegnanti, la loro specializzazione, la pratica della loro professione e il suo costante aggiornamento, dall’altro il mondo della scuola svolge un ruolo vitale nella valorizzazione dei beni pervenuti dal passato. Sotto l’incalzare dei rapidi mutamenti in atto, l’esigenza di disporre di conoscenze e competenze basilari e di indicazioni metodologiche aggiornate si è fatta ancora più pressante per tutti coloro che insegnano storia.  

Ed è proprio in tale prospettiva che la Facoltà di Scienze della Formazione dell’Università di Bologna, oggi Dipartimento di Scienze dell’Educazione, ha istituito nel 2008 il Centro Internazionale di Didattica della Storia e del Patrimonio (DiPaSt), fulcro e luogo di confronto sullo studio e l’insegnamento della storia e del patrimonio culturale.

Nel 2012 presso il Museo-officina dell’Educazione (MOdE) del medesimo Dipartimento è stata approntata la “stanza della storia”, le cui finalità possono ricondursi alla volontà di recuperare lo statuto epistemologico del discorso storico e le metodologie didattiche per poterlo comunicare efficacemente. Si è deciso infatti di realizzare una “stanza” virtuale nella quale condividere presupposti, terminologie, metodi, pratiche e strumenti per una rinnovata didattica della storia e dell’educazione al patrimonio.

Leggi l’articolo Apprendere la storia per una maggiore libertà e capacità di scelta

 

goff

Nell’ambito della V edizione della Festa Internazionale della Storia, il 10 ottobre 2008 è stato conferito a Jacques Le Goff il premio “Il portico d’oro” (a cui da quel momento il premio è intitolato).

Guarda il video con l’intervista allo storico francese.

Leggi l’intervistaa Jacques le Goff sullo studio e l’insegnamento della storia medievale (ma non solo). Di Daniela Romagnoli

 

 

 

 

 

CONCETTI BASILARI FARE STORIA

 

1 Commento to “La Sala della Storia: le radici per volare”

  • Attraverso una partecipazione e una cittadinanza attiva è possibile instaurare un tessuto di relazioni tra insegnanti, operatori e allievi. Molto importante è la formazione degli insegnanti e degli educatori, non solo attraverso le Università e le istituzioni, ma anche grazie alle ricerche sul territorio e alle nuove metodologie che permettono una formazione permanente che dura tutto l’arco della vita. Oggi formarsi è possibile anche grazie ai musei virtuali e alle rispettive sale che affrontano tematiche specifiche con percorsi di approfondimento. E’ dunque possibile progettare nuove azioni didattiche per la valorizzazione dei beni culturali. Attraverso diversi codici espressivi è possibile una varietà di percorsi che permettono un’interazione dinamica volta ad aumentare le dimensioni cognitive e relazionali e ad essere sempre più consapevoli della propria identità culturale.

Area Esplorativa

Referenti

Responsabili Scientifici: Beatrice Borghi e Rolando Dondarini
Collaboratori: Roberta Balboni, Virginia Castagni, Caterina De Padova, Cristina Renzi, Laura Siboni, Maura Visentin.