Il Museo Civico di Mirandola
Tra gli edifici colpiti dal terremoto del 2012 e ora inagibili vi è anche il Museo Civico di Mirandola, inaugurato solo pochi anni prima presso il Castello dei Pico.
Il Museo custodiva centinaia tra dipinti, monete, stampe, mobili, documenti e reperti archeologici appartenenti alla signoria dei Pico e alla città, oggi collocati presso il Palazzo Ducale di Sassuolo, che li ospita offrendo alla memoria della città una collocazione provvisoria che ne impedisca un ulteriore deterioramento.
Il percorso espositivo del museo era strutturato in 12 sezioni: l’archeologica, le committenze religiose, la numismatica con medaglie di Pisanello e Niccolò Fiorentino, la stanza della musica, il legato Rosselli tra cui spiccava una splendida Madonna con il bambino attribuita al Guercino, Mirandola e i Pico, l’illustre parentela con ritratti di altissimo valore documentario e artistico quali l’Alfonso IV d’Este di Justus Sustermans e Alessandro I Pico del veneziano Sante Peranda.
Vi era poi una sala dedicata al simbolo di Mirandola Giovanni Pico, filosofo e brillante umanista e a suo nipote Giovan Francesco II.
La sezione Mirandola dopo i Pico ospitava invece ritratti di politici e letterati del XVII secolo mentre la parte del legato Costantini esponeva vari beni provenienti dal Monte di Pietà, armi, scudi e armature.
Parte integrante del Museo era anche la sezione didattica che svolgeva una ricca attività laboratoriale rivolta alle scuole e alla libera utenza, proponendo percorsi che, partendo dalla valorizzazione delle collezioni presenti in loco, permettessero di affrontare temi diversi quali la psicomotricità, l’empatia, il dialogo interculturale.
Nel tentativo di rendere “fruibile” la collezione di Pico della Mirandola, lo spazio virtuale del MOdE (Museo Officina Dell’Educazione) presenterà alcuni percorsi di visita e attività didattiche di approfondimento.
Il progetto di digitalizzazione, propone inizialmente la ricostruzione di tre percorsi espositivi preesistenti, all’interno dei dodici totali, in cui si estrinsecava la suddivisione del Museo reale.
Questa collaborazione e questa rinnovata esistenza, seppur virtuale, rende possibile il proseguimento della missione didattica e divulgativa che il Museo aveva adottato.
Approfondimento a cura di Giulia Marchetti